Quando sei in vacanza nell’emisfero australe a goderti la natura e un paesaggio unico come quello dell’Isola di La Réunion, paradiso terrestre sotto il Madagascar, costellato da oltre settecento cascate ed un vulcano attivo, a tutto puoi pensare tranne che la tua passione sfrenata per il Motorsport ti possa seguire in capo al mondo.
E quando giuri a chi è con te che non l’hai fatto apposta, risulta davvero difficile crederci.
Ebbene sì, nonostante i quasi diecimila chilometri che ti separano dall’Europa, in un’Isola sperduta nell’oceano indiano, mentre sei alla guida del tuo macinino affittato all’aeroporto e ti stai godendo la vista di un villaggio e del suo unico pseudo-bar, ascolti da lontano un rumore che ti è noto ma che ritieni in quel momento non reale.
Ti scervelli, quindi, su quale strano mezzo da lavoro agricolo possa essere e invece ti sorpassa un’auto da rally: non è possibile, pensi, saranno quattro ragazzotti locali che scimmiottano la televisione.
Ti sorpassa, dopo, quella che sembra proprio essere una Peugeot 206 WRC; no dai, non è vero, non ho ancora bevuto quel buonissimo Rum derivato dalla canna da zucchero ospitata in tutta l’isola. Passa così una 207 S2000 e niente ti convinci che non è uno scherzo, e che forse non è un caso.
Sei nel bel mezzo del Rally Nazionale di Bourbon, ridente località di questa splendida isola, a pochi passi da una prova che pare concludersi in un canneto così fitto che se un’auto disgraziatamente ci finisce dentro solamente con la mietritrebbia potrebbe essere recuperata: le strade appaiono più come colate di cemento a far da raccordo tra i campi, ma ben si prestano a quelli che sembrano i rally ruspanti di un tempo.
Non puoi non fermarti, quindi, anche se il tuo programma di visita dell’isola non era sicuramente quello; va beh, vedremo la lava vulcanica solidificata tra qualche ora.
Come si fa nei rally nostrani, prendi, allo pseudo-bar incontrato prima, il “menu rally” e lo metti in un sacco perché va degustato a bordo strada, come da tradizione; non sono solo, pertanto seguo i locali che paiono dirigersi al fine prova. C’è tutto: cronometristi, un commissario, bandiere, cartello stop e via dicendo. Un rally vero del quale tu non solo non sai nulla, ma credi ancora di essere di un sogno.
Dopo un paio di ore, a testimonianza che i tempi al di fuori dell’Europa scorrono in maniera diversa e le vite altrettanto, arrivano quelle che dovrebbero essere le vetture apripista piuttosto che quelle dell’organizzazione: una parata formata da Lancia Delta Integrale, Mazda 323 Turbo 4wd, Bmw M3, Renault Clio Williams, Opel Manta e Clio V6.
Non è possibile, non credo ai miei occhi.
E’ tutto vero.
Dopodiché inizia il Rally vero: il rumore della prima macchina mi pare di conoscerlo, ma sarà davvero lei? Si è lei, la gloriosa Peugeot 206 WRC. Vai, dopo, a controllare sul web e risulta quella guidata nel 2000 da un certo Marcus Gronholm: apoteosi. Staccata, traverso e doppio traverso nei due tornanti dove ti sei messo in sicurezza ad ammirare il mare e le auto, bang bang e via giù tra i canneti di fine prova. Passano poi altre vetture e arriva anche una splendida e muscolosa Clio S1600 e la tua vena di fotografo non può farti mancare uno scatto, con iPhone visto che non hai altra attrezzatura, con leva tirata. Seguono, come nei nostri rally, le vetture meno performanti ma non meno gustose da vedere.
Sei appagato, quindi torni al macinino affittato all’aeroporto con lo spirito di chi ha ricevuto un regalo inaspettato e ritorni sul cammino – escursione preventivato, anche se molto in ritardo.
La mappa stilata al mattino sottolinea che ti devi recare nella punta più a sud dell’isola, dove la lava del vulcano scorre anche nelle attuali colate; tuttavia nel lontano 1977 queste rovinose lave sono arrivate al villaggio e segnatamente vicino alla chiesa di Notre – Dame – Des – Laves a Sainte – Rose. Questa Chiesa è famosa perché sembra davvero che la lava si sia fermata prima dell’ingresso, circumnavigando tutto l’esterno e senza entrare dentro.
E’ un punto obbligato per i turisti che si recano sull’isola. Quando ci arrivi chi è con te si appunta il secondo indizio di quella che non pare più davvero una fortunata coincidenza: davanti a Notre – Dame – Des – Laves c’è il parco assistenza del Rally ove le vetture stanno montando le “fanalate” per le prove in notturna.
Gioco, partita, incontro.
Ovviamente c’è chi si reca alla Chiesa e chi invece va a curiosare i meccanici al lavoro….
Ecco le belve poc’anzi descritte….. un vero spettaccolo…
Onde evitare di prolungare troppo la fermata, torni verso l’albergo prenotato e mentre ormai è buio e stai per arrivare a destinazione, ti accorgi di una indicazione che dice “RallyCountry”.
Tre indizi fanno una prova, lo ammetto.
Scendi per la stradina impervia e arrivi a quello che pare essere un impianto mutuato da un film giapponese sullo stile di Fast and Furios e per evitare di trovarti con qualche arma puntata addosso, decidi forse che è meglio lasciar perdere e tornare con il sole, sempre che chi è con te nella notte non commetta un omicidio in tuo danno.
La mattina (dai sono solo cinque minuti) torni sul luogo e con la luce ti accorgi di qualcosa di spettacolare se non incredibile: è una pista a tutti gli effetti, con tanto di scuola Kart e Drifting, partner di Renault Sport dove si terrà l’ultima e conclusiva prova speciale del rally con annessa premiazione.
Capisci allora che è giunto il momento di mollare la corda altrimenti rischi di tornare a nuoto in Europa a causa della perdita del volo di ritorno.
Forse abbiamo molto da imparare anche dagli abitanti de La Réunion in tema rallystico, di sicuro se torno su quest’isola, sarà in occasione di questo fantastico rally.