La trasferta dal piemonte era partita con i migliori auspici per l’accoppiata Gonella – Manassero: prima volta sulle strade delle alture di Genova, a ridosso con l’Emilia, nel rally della ripartenza post pandemia con la ferma intenzione di segnare punti pesanti nel Trofeo Michelin e nell’ R Italian Trophy.

La vettura della FR New Motors è al top, pronta per essere strapazzata da Andrea che la conosce, la ama e se la cuce addosso: shakedown che scivola via nel pomeriggio di sabato con qualche passaggio per lo spettacolo e tanti chilometri macinati per capire le regolazioni da usare nel mattino dopo sullo stesso tratto di strada che aprirà la prova speciale numero 1.

Classe combattuta, come sempre, quella delle “piccole” R2 ove, tuttavia, vanno a confluire anche le sorelle maggiori spinte dal motore turbo seppur mille di cilindrata: le Fiesta Rally 4 paiono davvero imbattibili sulla carta. Sono vetture da “mondiale” contro una 208 che presto verrà sostituita dalla nuova arma in casa Peugeot Sport.

Andrea, però, non vuole avere alibi e a Santo Stefano d’Aveto è arrivato per segnare i migliori tempi possibili nel solco che vuole fare dell’esperienza il suo principale obiettivo.

Quattro chiacchiere al parco assistenza e subito al via per la sfilata nell’incantevole centro storico di Santo Stefano dominato dal Castello che si erge nella piazza principale: la gente del posto apprezza il Motorsport e, anche con tutti i limiti imposti dal Covid-19, partecipa alla festa d’inizio delle danze.

La tensione scivola via e lascia spazio ad una cena dal sapore dei rally di una volta: ho la fortuna di passare una piacevole serata con Andrea e Denise che, ancora una volta, si sono dimostrati “professionisti in divenire“; la gara sarà anche divertimento ma va preparata seriamente. E allora Andrea pensa alla strategia per la prova mattutina: fa freddo stasera ed effettivamente il termometro non arriva a due cifre in più c’è tanto umido.

Domani mattina la alziamo di uno e usiamo le gomme più tenere” mi riferisce Gonella come se il sottoscritto ci capisse qualcosa; ovviamente annuisco, ma mi appunto l’indicazione. “La prova lunga ha tanta salita, peccato, sarà dura contro le Fiesta“. Non una parola fuoriposto di Gonella.

Tra antipasti, un primo e un dolce si va verso l’albergo; “A piedi così poi mi addormento subito“, dice Andrea guardando Denise che sicuramente avrebbe preferito usare l’automobile per tornare in camera visto il clima invernale e l’escursione termica pari a quella della luna che splende nel buio della strada del ritorno.

Andrea e Denise il mattino seguente si svegliano non bene, ma benissimo: nella SS1 segnano il miglior tempo, anche rispetto alla R2T.

Li aspetto allo Stop: “Andrea come è andata?”, chiedo. “Ma non so, mi sembra che ho fatto quarantotto, mi pare bene“. Il commissario scrive il tempo: 2.47.5. “Ehi Andre guarda che sei in testa nella classe” riferisco; “davvero? allora bene,  ma aspettiamo gli altri, dai ci vediamo dopo, sono contento comunque avevo ragione nelle regolazioni“.

Rimarrà primo anche dopo il passaggio degli altri equipaggi della classe. Chapeau.

La SS2 va come da lui previsto: nonostante l’impegno, il tratto in salita lo penalizza e cerca di contenere al minimo il distacco, rischiando, e tanto, nella discesa del Monte Penna.

Al riordino, comunque, Denise è felice, anche se vedo qualche capello dritto in più: “in salita usa la frizione per stare dietro alla Fiesta, ma i miei problemi iniziano in discesa”, immagino si riferisca al suo stomaco.

Niente da fare in salita; devo dare il massimo sulla Pievetta che è tutta in discesa e nella seconda parte del Monte Penna, vediamo di far meglio, ora però metto le dure e modifico dietro“, soliti termini a me ignoti, ma sono certo che Andrea sa bene cosa fare.

C’è un sole splendido, una giornata calda con un bel venticello che la rende piacevole e decido di andarmi a gustare il panorama nella salita della quarta piesse: il passaggio di Gonella – Manassero mi fa capire che possono davvero mettere il fiato sul collo ai due equipaggi con la Fiesta R2T, dopo aver vinto nuovamente la ripetizione della prima prova speciale.

Ho tempo per andare a vedere la Pievetta ad inizio prova in un tratto che avevo adocchiato sullo shakedown: un ponticello dopo una bella discesa su una sinistra lunga e relativo dosso: Gonella transita davvero ad un alito dal guardrail e salta con il posteriore. Che roba.

Capisco solo dopo la ragione di un passaggio così rabbioso: all’arrivo finale mi accorgo sulla tabella dei tempi che l’equipaggio piemontese riporta una penalità di un minuto secco. Non può che essere un “anticipo” a qualche C.O.

Gara compromessa: da terzi di classe, secondi nel Trofeo R e primi di Michelin, si trovano a fine rally quinti in R2, e scesi di una posizione in entrambi gli altri trofei.

Mi avvicino e colgo subito la rabbia che traspare dal volto di Andrea: “abbiamo pagato l’anticipo all’uscita dell’ultima assistenza, prima del terzo giro di prove; mi sono trovato settimo di classe, dal nervoso ho spinto troppo sul dosso della Pievetta e ho forato. Sull’ultima ho dato tutto e ho recuperato, ma non abbastanza. Non doveva andare così, una penalità discutibile“.

Non chiedo altro, non c’è molto da aggiungere se non vedere gli occhi di Denise quasi colmi di lacrime; il suo non è un errore, ma servirà sicuramente per l’esperienza futura. La tabella sono certo che d’ora in poi verrà custodita con estrema cura dalla navigatrice.

Sono episodi che formano il carattere, insegnano che le gare finiscono non sotto la bandiera a scacchi del palco di arrivo, ma dopo che si concludono discussioni, ricorsi e tentativi di ragionare in un mondo di oggi che è colmo di burocrazia forse non necessaria.

In ogni caso, chi ha voglia di scorrere non la classifica finale, ma quella dei tempi di prova capirà benissimo che il Rally della Lanterna ha ancora una volta confermato che Andrea Gonella il piede lo ha ed è bello pesante, la testa di un meccanico c’è e soprattutto all’inizio della carriera aiuta, il feeling con la navigatrice non manca e a bordo strada ci sono i sostenitori che leggono i tempi e non le classifiche.

Bravi ragazzi, la prossima volta andrà ancora meglio.

E chissà che il futuro non ci regali qualche inaspettata sorpresa.