Il Mondiale WRC esordisce come sempre con la gara più difficile, strana ed imprevedibile del campionato: il Rallye di Monte-Carlo.
Da quando esiste la lotta per il titolo, il primo rally è quello del Principato che si svolge a gennaio su strade che possono essere innevate, ghiacciate, bagnate, fangose o asciutte. I piloti devono sapersi adattare con le gomme che scelgono, perché nessun pneumatico può andare bene in ogni situazione.
Sebastien Loeb è maestro in questo e anche nel 2012 ne dà dimostrazione vincendo il primo appuntamento mondiale con la Citroen Racing DS3 WRC con un distacco abissale sul secondo: oltre due minuti e quarantacinque secondi su Dani Sordo all’esordio con la Mini John Cooper WRC e tre minuti sul pilota Ford Petter Solberg.
Nonostante questa superiorità schiacciante, i concorrenti tra di loro non hanno mai acredine, non si insultano e sono, invece, una grande famiglia: scherzano e ridono, parlano delle prove, chiedono informazioni e dettagli, il tutto con assoluto rispetto reciproco.
Questo confronto aperto, senza filtri, alla luce del sole, davanti al pubblico avviene praticamente sempre, tempi permettendo, prima di ogni prova speciale al momento dell’ingresso al C.O. di inizio prova.
Quell’anno, 2012, ero partito da Sanremo in leggero ritardo e complice una carovana infinita di tifosi che volevano recarsi sul mitico Turini, i limitati posti a bordo strada per parcheggiare, le rigorose regole della Gendarmerie francese, i sette chilometri fatti a piedi, sono arrivato al C.O. pochi minuti prima dell’arrivo della prima vettura, cioè quella dell’extraterrestre Loeb.
La decisione è stata sofferta: mi butto in prova tentando di arrivare alla prima curva ove vi era un nuvolo di gente, oppure mi gusto i momenti “pre gara” ? Ho optato per la seconda ipotesi e non me ne sono pentito.
Come testimoniano le foto che ho scattato, i piloti e i navigatori parlano tra di loro serenamente, rispondono ai tifosi che chiedono uno scatto, simulano le reazioni delle auto in prova, domandano ai colleghi come hanno trovato l’asfalto e cosa si aspettano nella prova che di lì a pochi minuti comincerà.
Possiamo vedere Loeb con il fidato Daniel Elena, poi Dani Sordo e Petter Solberg, Mikko Hirvonen e i rispetti copiloti: che spettacolo.
Sorrisi, scherzi, espressioni di intesa ma anche di sfida, goliardia, disponibilità, il tutto in un ambiente che è davvero vicino agli appassionati, i quali possono carpire le notizie, rendersi conto di cosa vuol dire essere un campione del mondo, il tutto senza condizioni di sorta.
Questo è rally e questi sono i magici interpreti di uno sport ove la sportività tra piloti è vera e reale.