Le dinastie nel Motorsport vanno molto di moda: non è raro che i figli seguano le orme dei propri padri e, più in generale, della famiglia; non è certamente una novità, essendoci famosissimi casi nel passato così come nel presente.

Tra questi sicuramente c’è l’esempio della famiglia Solberg: la circostanza che il funambolico papà Petter abbia messo il proprio figlio Oliver prima sui kartcross che sul passeggino non desta sicuramente sorpresa; Hollywood lo conosciamo tutti e l’amore che ha dimostrato, in tutta la sua vita, per il Motorsport in generale e per il rally in particolare, ha fatto sì che già giovanissimo Oliver, supportato anche dalla mamma Pernilla e dallo zio Henning, si sia seduto in macchina per imparare a guidare come il padre ha dimostrato di saper fare.

Fin qui nulla di particolarmente strano; siccome le coincidenze non sono mai casuali, ci troviamo, in questo 2021, a vedere Oliver Solberg ripercorrere quelle che sono le orme lasciate dal padre nel lontano 1999.

Il caro amico Guido Rancati mi racconta che, sul finire del 1998, Malcolm Wilson presentò la nuova formazione ufficiale per la stagione di fine millennio che avrebbe usato la nuova arma di casa Ford cioè la Focus tanto più sponsorizzata Martini che, come si sa, sollecita i sogni di molti appassionati: tra i piloti ufficiali Colin McRae, Simon Jean Joseph per le gare su asfalto e Dennis Radstrom per quelle su terra e, a seguire, un ragazzotto piuttosto alto, biondino che, nonostante sia l’ultimo ad essere arrivato, era già nell’atteggiamento tipico di Hollywood con un con un sorriso a trentadue denti, balzando di qui e di là a ridere e scherzare.

                                                     Rally Montecarlo 1999 – Foto Wikirace Fabrizio Cravero

Da lì a poco venne ribattezzato Cuore Allegro dal Terruzzi dei Rally, forse anche perchè per la prima volta fu un pilota, Petter, ad intervistare i giornalisti di lungo corso come Guido Rancati e Michel Lizin.

Petter arrivò a firmare un contratto pluriennale con la Ford di Wilson grazie al tramite che gli fece John Haugland che a sua volta contattò Fred Gallagher, navigatore di Radstrom: insieme alla “raccomandazione” furono consegnate a Wilson alcune di videocassette della guida del norvegese: Malcolm si convinse che, nonostante qualche troppa divagazione di Solberg durante i rally, stoffa comunque ce ne era e, quindi, ingaggiò il giovane pilota.

Quello che interseca i destini di Petter e Oliver è proprio il Safari Rally: incredibilmente nel 1999 Petter venne chiamato a pochi giorni dalla gara perché Dennis Radstrom si fratturò una gamba. In seguito si venne a sapere che l’artefice della rottura, involntaria, della gamba fu Colin McRae, ma questo Wilson lo seppe solo molto dopo tempo.

   Ford Focus Rally Safari 1999 – Foto di Norbert Aepli, Svizzera,                                         Salone di Ginevra 2017

A questo punto il giovane esordiente Petter si trovò a partecipare ad un rally molto impegnativo come quello africano senza aver fatto alcun test su tale tipo di fondo e per cercare di aiutarlo venne messo a fianco di Fred Gallagher che quel rally lo aveva già corso tre volte e conosceva bene le strade del Kenya vivendo lì saltuariamente.

Risultato: Petter eseguì perfettamente gli ordini impartiti da quello che oggi piace chiamarsi Team Principal: “Non strafare e porta la macchina al traguardo“. Arrivò quinto, che fu, per Solberg, il miglior risultato stagionale.

                         Petter Solberg 1999 – Photo Jan Marek

Ci spostiamo nel 2021 e mentre Oliver sta correndo il battesimo su asfalto al Rally di Alba, gli viene comunicato che da lì a 10 giorni si sarebbe trovato nell’abitacolo della Hyundai i20 WRC Plus ad affrontare il Safari Rally che proprio quest’anno ritorna nel Circus mondiale e ciò perché il pilota titolare, Pierre Luis Loubet, non può partecipare all’evento per un’indisposizione personale.

          Foto di Stefano Rinaudi RS Photografy – Rally Alba 2021

Ora si suol dire che tre indizi facciano una prova; ebbene “in questo caso“, signori Lettori, ci sono tutti.

Speriamo quindi che Oliver possa bissare e, perché no, fare meglio del quinto posto che conquistò papà Petter non solo per dimostrare le sue innate capacità di guida, ma perché è bello immaginare che anche nel rally esistano corsi e ricorsi storici.

Buon Safari ai Solberg!

               Oliver Solberg – Rally Alba 2021 – RS Photography